La Marijuana potrebbe alleviare i sintomi di glaucoma, epilessia, morbo di Parkinson e non solo

La marijuana, vecchia conoscenza della medicina, è recentemente ricomparsa sulle riviste scientifiche: sembrerebbe infatti essere utile nell’alleviare i sintomi di svariate malattie e, addirittura, secondo studi recenti potrebbe contribuire a prevenire il carcinoma polmonare. La FDA (Food and Drug Administration) non ha però ancora riconosciuto la pianta di marijuana come medicinale:

Sovente le novità in medicina sono cariche di aspettative che vanno oltre il loro effettivo valore. Una vecchia conoscenza della medicina che è ricomparsa recentemente su semplici giornali o su riviste scientifiche è la marijuana. Questa sostanza che si ottiene dalle piante femminili di cannabis sembrerebbe essere utile nel trattamento di numerose patologie, o meglio nell’alleviare i sintomi di svariate malattie come, ad esempio, glaucoma, disturbi psichici, epilessia, sclerosi multipla, anoressia, morbo di Parkinson, malattia di Alzheimer, sclerosi laterale amiotrofica e, addirittura, si sarebbe dimostrata utile nella prevenzione del carcinoma polmonare (vi sarebbe un incidenza minore di tumore ai polmoni tra coloro che assumono abitualmente cannabis rispetto ai non fumatori che non assumono cannabis). Al momento la FDA (Food and Drug Administration) non ha ancora riconosciuto come medicinale la pianta della marijuana ma alcuni studi sulle proprietà medicali dei principi chimici contenuti nella marijuana, i cannabinoidi, hanno portato la FDA a riconoscere due medicinali che contengono cannabinoidi sotto forma di pillole.

I cannabinoidi sono sostanze correlate con il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) la sostanza in grado di alterare la mente. Oltre al THC la pianta di marijuana contiene oltre 100 cannabinoidi. Benchè la marijuna susciti molte aspettative la FDA richiede studi clinici approfonditi su migliaia di persone prima di renderla disponibile farmacologicamente, cosa che tutt’oggi non è ancora avvenuto. Anche il nostro corpo produce sostanze chimiche simili ai cannabinoidi che giocano un ruolo nel regolare il piacere, la memoria, la capacità di concentrazione, il dolore e l’appetito.

Al momento vi è un interesse crescente nel cannabidiolo (CBD), anch’esso una sostanza presente nella marijuana che sembrerebbe in grado di controllare l’epilessia nei bambini. La FDA ha riconosciuto come farmaci questi due componenti chimici presenti nelle piante di marijuana il THC e il CBD.

Il THC aumenta l’appetito e riduce la nausea oltre a mitigare i sintomi dell’infiammazione ed il dolore muscolare.

Il CBD è un cannabinoide che non altera la mente e non influisce sul comportamento, migliora come già detto gli attacchi di epilessia nei bambini e potrebbe migliorare alcune malattie mentali e alcune forme di dipendenza.

Recenti studi hanno dimostrato che gli estratti di marijuana possono aiutare ad uccidere alcune cellule cancerogene. Vi è l’evidenza scientifica che gli estratti purificati dalla pianta di marijuana possono rallentare la crescita delle cellule cancerogene in alcune delle più gravi forme di tumori cerebrali. Ricerche svolte su topi di laboratorio hanno dimostrato che estratti purificati di THC e CBD, quando usati in concomitanza alla radioterapia, sono in grado di svolgere un effetto radiosensibilizzante, migliorando la capacità tumoricida delle radiazioni, che al momento, in associazione con un chemioterapico sono l’unica arma di cui disponiamo nella cura di gravi tumori cerebrali.

Al momento sono in corso studi sull’efficacia della marijuana nei disturbi immunitari come: AIDS, sclerosi multipla, Alzheimer, infiammazione, dolore e disturbi mentali.

Come sempre non bisogna eccedere nell’ottimismo ma sperare in nuove sostanze che aiutino le persone malate è sicuramente legittimo.

 

girelli 100 - 95Dott. Franco Giuseppe Girelli,

Oncologo e Radioterapista

di LILT Biella